Le scuole nella morsa: tra autonomia in Editoriale sofferenza, burocrazia dilagante e continui tagli di personale
L’autonomia scolastica in versione terzo millennio è stata definita nell’ambito dei processi di riforma dello Stato disciplinati da più interventi legislativi del 1997 e seguenti (il federalismo amministrativo a costituzione invariata), confermati anche dalla Riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001. I caratteri dell’autonomia scolastica (autonomia funzionale e non politica) sono puntualmente stabiliti dall’art. 21 della Legge n. 59/97, dal Regolamento sull’autonomia del 1999 (DPR n. 275) e dai Regolamenti di contabilità che si sono succeduti nel tempo (D.I. n. 44/2001 e D.I. n. 129/2018).
Un intervento particolarmente significativo è avvenuto con la Legge sulla Buona Scuola (Legge n. 107/2015) che ha (tra l’altro) introdotto l’organico dell’autonomia per i docenti, rafforzato alcuni “poteri” dirigenziali e fissati tempi certi per l’assegnazione ed erogazione dei finanziamenti alle scuole.
La nuova versione autonomistica in vigore dall’1/9/2000 – che fa seguito a quella ben più debole presente nel DPR n. 416/74 – ha determinato un diverso modello di governance e di gestione, anche in ragione dell’attribuzione della personalità giuridica: le scuole non hanno più una subordinazione gerarchi- ca con il Dicastero di Viale Trastevere, i cui Uffici centrali e periferici non hanno poteri di intervento diretto sui provvedimenti delle Istituzioni scolastiche.
Il diverso modello di governance e di gestione ha direttamente interessato gli ex Presidi e segretari che sin dall’inizio (1/9/2000) hanno acquisito i ruoli dirigenziali e direttivi. Purtroppo, nulla è stato fatto in ordine agli Organi Collegiali di Governo che sono ancora quelli dei Decreti Delegati del 1974 (Consiglio di Istituto, Giunta Esecutiva, Collegio dei Docenti etc…).
La mancata riforma degli Organi Collegiali è un punto dolente che si ripercuote negativamente sul funzionamento delle scuole. Si fa fatica a comprendere il perché di tanta negligenza politica, anche in ragione del fatto che si tratterebbe di un intervento a costo zero.
Gli organi individuali di gestione (DS e DSGA) hanno seguito percorsi paralleli e distinti anche sul piano della disciplina dei rapporti di lavoro: gli uni nell’area dirigenziale e gli altri nel grande contenitore del Comparto Istruzione e Ricerca.
I DS hanno avuto pieno riconoscimento del loro ruolo. Altrettanto non può dirsi per i DSGA, addirittura degradati dal CCNL del 18/1/2024. Occorre porre rimedio a questa pessima condizione dei DSGA, con interventi normativi ed economici e la loro collocazione nell’area dirigenziale, in separata sezione.
L’impianto normativo che sorregge l’autonomia scolastica (fatta eccezione per il regolamento di contabilità, già nato vecchio e non più in linea con il codice dei contratti pubblici) mantiene sostanzialmente la sua validità. Purtroppo sono le condizioni d’esercizio in ordine alle funzioni attribuite (alle scuole) che sono venute meno a fronte di un decentramento amministrativo sempre più corposo e di una burocrazia dilagante che impone spesso atti inutili e ripetitivi.
Si pensi che c’era più personale in segreteria all’inizio dell’esperienza autonomistica, quando il decentramento amministrativo era parziale e procedeva con gradualità, rispetto ad oggi che il decentramento è a pieno regime.
Infatti nell’a.s. 2000/2001 c’erano 61.218 Assistenti amministrativi e oggi appena 46.840, con una perdita nominale di 14.378 unità ed una percentuale del 23,49%.
Nella tabella che segue la dimostrazione di quanto avvenuto nel tempo (anche in un anno intermedio) e pure con riferimento all’organico dei DSGA.
Nel 2000/2001 i DSGA erano 11.178 e ora sono scesi a 7.461 (ulteriori riduzioni sono previste nei due aa.ss. successivi a quello corrente), con una perdita nominale di 3.717 unità ed una percentuale del 33,25%.
N. Totale | Differenza negli A.S. | % In diminuzione | |||||
A.S. | DSGA | AA | DSGA | AA | DSGA | AA | Rispetto all’a.s. |
2000/2001 | 11.178 | 61.218 | |||||
2010/2011 | 10.360 | 50.462 | 818 | 10.756 | 7,32% | 17,57% | 2000/2001 |
2024/2025 | 7.461 | 46.840 | 2.899 | 3.622 | 27,98% | 7,18% | 2010/2011 |
2024/2025 | 7.461 | 46.840 | 3.717 | 14.378 | 33,25% | 23,49% | 2000/2001 |
La débâcle (disfatta) degli uffici di segreteria dall’inizio dell’autonomia scolastica 2000/2001 ad oggi (2024/2025) con la situazione intermedia del 2010/2011, dopo il drastico taglio della Riforma Brunetta/Gelmini del 2008.
Da sottolineare che a fronte di questa situazione già particolarmente critica (per non dire disastrosa) alle scuole sono stati sottratti nel corrente a.s. 742 Assistenti Amministrativi, per destinarli agli Uffici Scolastici Regionali: Governo, Parlamento e Ministero svestono centinaia di “altari” operativi (le scuole) per vestire 18 uffici periferici del Ministero che sul piano operativo fanno molto, ma molto meno delle singole scuole. Per completare il quadro in termini ancor più negativi segnaliamo che la Legge di Bilancio 2025 – il testo presentato al Parlamento – prevede la riduzione di 5.660 unità di Docenti e 2.174 unità di personale ATA a decorrere dall’a.s. 2025/2026. Si prosegue inopinatamente con tagli e riduzioni di personale che certo non faranno bene al funzionamento delle scuole. Nello stesso testo della Legge di Bilancio si prevedono più stringenti controlli da parte dei Revisori dei Conti, con una spesa aggiuntiva di 2,4 milioni di euro. Evidentemente lo Stato non ha fiducia nelle scuole e non perde occasione per con- trollarne l’autonomia, già scarsa. Sempre lo Stato, però, aumenta i Direttori Generali del Ministero dell’Istruzione e del Merito con aggravio di spesa (avremo Direttori Generali anche nelle piccole Regioni).
La legge istitutiva dell’autonomia scolastica prescriveva l’obbligo per il Ministro competente di presentare al Parlamento ogni quattro anni una relazione sui risultati conseguiti, anche al fine di apportare eventuali modifiche. Nessun Ministro l’ha fatto (e tanti si sono succeduti a Palazzo della Minerva) e, purtroppo, il Parlamento non l’ha nemmeno pretesa.
Chiediamo si adempia a questa prescrizione legislativa e che nell’occasione vengano ascoltate anche le parti sociali.
Chiediamo che sullo stato dei servizi amministrativi delle scuole e del personale che vi lavora sia convocata una Conferenza Nazionale per procedere ad un’analisi compiuta e arrivare a definire soluzioni adeguate.