Logo Pais

Editoriale

Marzo 2014

Giorgio Germani - Direttore e Presidente ANQUAP

Quasi tutti in Italia – e non da oggi – puntano il dito contro la burocrazia (e i burocrati) per imputarle la colpa del mal funzionamento del sistema. Lo fanno i politici, gli imprenditori, i professionisti, i cittadini ed anche i sindacati. Lo fanno gli stessi burocrati quando da cittadini sono costretti a subire la burocrazia e i colleghi burocrati.

Vi sono fondate ragioni per lamentarsi della burocrazia (e dei burocrati) poiché le disfunzioni del sistema sono evidenti e presenti in tutti gli ambiti e ad ogni livello. Sinora però – salvo lodevoli eccezioni – si è prestata prevalente attenzione agli effetti senza analizzare compiutamente le cause e adottare le conseguenti misure per rimuoverle, con il che le disfunzioni non solo permangono ma si aggravano.

Quasi nessuno, peraltro, ha tentato un minimo di autocritica per vedere se in qualche misura è corresponsabile delle tante (troppe) negatività presenti nelle amministrazioni pubbliche. Le responsabilità sono sempre altrove e, comunque, degli altri.

Proviamo, in breve e senza presunzione ad analizzare le cause principali senza pretesa di esaustività e completezza ed in assoluta umiltà.

Pensiamo sia plausibile convenire che la burocrazia sia generata da almeno tre fattori fondamentali, più o meno tra loro collegati.

Il primo fattore è dato dal sistema istituzionale e quello italiano è particolarmente complesso, con una pluralità di livelli e articolazioni (Stato, Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni, Agenzia, Autorità, Enti pubblici non economici, Aziende Pubbliche, Autonomie funzionali, Società partecipate in vari servizi a prevalente – o totale – capitale pubblico etc. etc. etc. … ).

Il secondo fattore è rintracciabile negli apparati (e nella loro organizzazione) che assicurano (o dovrebbero assicurare) il funzionamento del sistema istituzionale. Più complesso e frammentato è il sistema più sono gli apparati ed i costi conseguenti in termini di risorse umane, finanziarie e strumentali.

Il terzo fattore è nella quantità e qualità della produzione normativa sia sul versante sostanziale che procedurale (leggi, regolamenti e quant’altro), che determina una conseguente produzione esponenziale di atti e provvedimenti amministrativi. Più sono i soggetti titolari di potestà legislative e/o regolamentari e di poteri amministrativi (e in Italia sono troppi) maggiore è la produzione, più elevato il rischio di conflitti, confusioni ed errori, rilevante il controllo (preventivo e/o successivo) ed il contenzioso.

Se non si incide radicalmente su questi fattori è impossibile ridurre la burocrazia (e i burocrati) e non si realizza nessuna semplificazione.

L’informatizzazione dei processi e dei prodotti, il passaggio al digitale, l’interconnessione delle banche dati pubbliche, la comunicazione online (e trasparente) tra amministrazioni pubbliche e tra queste e i cittadini, un reclutamento rigoroso e selettivo di tutto il personale pubblico, scuole di formazione apposite ed eccellenti per le elitè destinate ai vertici dei pubblici uffici, l’uso attento delle leve di premialità e sanzioni può sicuramente migliorare anche in modo significativo l’attuale situazione. Tutto ciò, però, non sarà risolutivo se restano le criticità oggi fortemente presenti nei fattori dianzi succintamente descritti.

Non è facile incidere sostanzialmente su quei fattori, non si può fare in tempi brevi, non sono ammesse superficialità e approssimazioni ed è indispensabile la volontà e la perseveranza di tutti i decisori politici ad ogni livello, da quello nazionale a quello territoriale.

Le analisi e le considerazioni che precedono sono calzanti anche per il sistema istruzione e per le istituzioni scolastiche ed educative, di cui si occupa prevalentemente questa rivista, anche se negli anni trascorsi non sono mancati interventi strutturali sul piano istituzionale e degli apparati. In particolare è diminuito in modo rilevante il numero delle autonomie scolastiche e si è realizzata una forte riduzione degli organici di tutto il personale (Dirigenti, Direttori, Docenti, Amministrativi, Tecnici e Ausiliari).

Questo tema della burocrazia è stato posto al centro dell’attenzione dal neo costituito Governo Renzi, al quale rivolgiamo i migliori auguri di buon lavoro e di successo poiché siamo convinti che non c’è più tempo da perdere e che occorrono decisioni sostanziali.

Pubblicata il 06 marzo 2014

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più consulta l’informativa estesa sui cookie. Proseguendo la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie.